Biblioteca:Apollodoro, Biblioteca, Epitome, 5

1[modifica]

Pentesilea, figlia di Otrera e Ares, aveva ucciso senza volerlo Ippolita, ed era venuta a farsi purificare da Priamo. Partecipò alla battaglia e uccise molti Elleni, fra cui anche Macaone; ma poi morì per mano di Achille, che si innamorò di lei ormai morta, e uccise Tersite che lo accusava per questo.

2[modifica]

Ippolita era la madre di Ippolito - Glauce e Melanippe sono gli altri nomi con i quali viene chiamata. Durante la cerimonia nuziale di Fedra, Ippolita si presentò in armi insieme alle sue Amazzoni e disse che era lì per uccidere gli ospiti di Teseo. Vi fu battaglia e Ippolita restò uccisa, forse involontariamente dalla sua compagna Pentesilea, o forse da Teseo, o forse ancora perché i suoi uomini, viste le intenzioni delle Amazzoni, chiusero in fretta le porte, la bloccarono all'interno e la uccisero.

3[modifica]

Memnone, figlio di Titone e di Eos, intervenne contro gli Elleni nella guerra di Troia con una forte armata di Etiopi; uccise molti soldati elleni, fra cui anche Antiloco: ma poi venne ucciso da Achille. L'eroe inseguì i Troiani fino alle porte Scee, ma lì fu colpito al tallone da una freccia di Alessandro, guidata da Apollo.

4[modifica]

Ci fu battaglia intorno al suo cadavere, e Aiace uccise Glauco, fece portare alle navi le armi di Achille, si caricò in spalla il suo corpo e passò in mezzo ai nemici, sfidando i loro colpi, mentre Odisseo respingeva gli assalitori.

5[modifica]

La morte di Achille riempì l'esercito di disperazione. E lo seppellirono nell'isola di Leuce insieme a Patroclo, mescolando le loro ossa. Si dice che dopo la morte Achille abitò insieme a Medea nelle Isole dei Beati. In suo onore vennero celebrati dei giochi: Eumelo vinse la gara dei carri, Diomede la corsa, Aiace il disco e Teucro il tiro con l'arco.

6[modifica]

Le armi di Achille erano state messe in palio per il guerriero più valoroso, e sia Aiace che Odisseo le pretendevano. La scelta fu affidata ai Troiani, o forse agli alleati, che attribuirono le armi a Odisseo. Aiace restò sconvolto dal dispiacere, e tramò un attacco notturno contro l'esercito. Atena lo colpì con la follia, sviò la sua mente e lo fece andare con le armi in pugno contro le mandrie di bestiame: e Aiace, fuori di senno, fece strage delle bestie e dei mandriani, credendo fossero soldati achei.

7[modifica]

Quando poi ritrovò la ragione, si uccise. Agamennone vietò di bruciare il suo cadavere, e lui solo, fra tanti caduti sotto Ilio, fu messo in una bara: la sua tomba è presso il capo Reteo.

8[modifica]

Si era ormai al decimo anno di guerra. Gli Elleni si sentivano scoraggiati, e Calcante vaticinò che non avrebbero mai potuto prendere Troia senza avere dalla loro parte le armi di Eracle. Allora Odisseo andò a Lemno da Filottete, insieme a Diomede, s'impadronì con l'astuzia del suo arco e convinse Filottete a venire a Troia. Giunto che fu, Filottete fu curato da Podalirio e poi uccise Alessandro.

9[modifica]

Dopo la sua morte, Eleno e Deifobo vennero a contesa per sposare Elena: il prescelto fu Deifobo, ed Eleno lasciò Troia e si ritirò sul monte Ida. Calcante disse che Eleno conosceva gli oracoli che proteggevano la città; Odisseo allora gli tese un agguato, lo catturò e lo portò al campo.

10[modifica]

Così Eleno venne costretto a rivelarli, e disse che Troia sarebbe caduta innanzitutto se le ossa di Pelope fossero state trasportate al campo ellenico; in secondo luogo era necessaria la partecipazione di Neottolemo alla guerra; e infine avrebbero dovuto trafugare il Palladio caduto dal cielo: finché la statua si trovava dentro la città, infatti, era impossibile espugnarla.

11[modifica]

Saputo questo, gli Elleni mandarono a prendere le ossa di Pelope; poi inviarono Odisseo e Fenice da Licomede, a Sciro, e il re lasciò che Neottolemo partisse per Troia. Il giovane arrivò al campo, Odisseo gli affidò le armi paterne, e con queste uccise numerosi nemici.

12[modifica]

Più tardi arrivò come alleato dei Troiani anche Euripilo, il figlio di Telefo, con una grossa armata di Misii: dopo aver combattuto con valore, fu ucciso da Neottolemo.

13[modifica]

Odisseo e Diomede fecero una sortita notturna nella città; Diomede restò di guardia, Odisseo invece si imbrattò e si graffiò la faccia, si vestì di stracci ed entrò in città senza essere riconosciuto, come mendicante. Solo Eleno lo riconobbe, ma proprio grazie al suo aiuto riuscì a rubare il Palladio, e poi, dopo aver ucciso parecchie guardie, lo portò alle navi insieme a Diomede.

14[modifica]

Passò del tempo, e Odisseo ebbe l'idea di costruire il cavallo di legno, e la propose a Epeo, che era architetto. Epeo fece tagliare dei tronchi sul monte Ida e costruì il cavallo, cavo all'interno e con delle aperture nascoste nei fianchi. Odisseo convinse a entrarvi cinquanta valorosi (l'autore della "Piccola Iliade" dice tremila); gli altri durante la notte avrebbero dovuto bruciare le tende, prendere il mare e dirigersi a Tenedo, pronti però a ritornare la notte seguente.

15[modifica]

Tutti furono d'accordo, e intanto i capi entrarono nel cavallo di legno, agli ordini di Odisseo; e sul cavallo misero una scritta che diceva: «Gli Elleni dedicano questa offerta ad Atena per il loro ritorno a casa». Gli altri bruciarono le tende e lasciarono a terra solo Sinone, che avrebbe dovuto mandargli dei segnali di fuoco; poi di notte salparono, e gettarono l'ancora vicino a Tenedo.

16[modifica]

Quando fu giorno, i Troiani videro che il campo ellenico era stato abbandonato e pensarono che fossero fuggiti; poi con grande gioia trainarono in città il cavallo di legno, lo posero davanti al palazzo di Priamo e si consigliarono sul da farsi.

17[modifica]

Cassandra vaticinò che all'interno del cavallo c'era una forza in armi, e anche il profeta Laocoonte fu d'accordo: molti quindi dissero di bruciarlo, altri di buttarlo in un precipizio, ma l'opinione prevalente era di tenerlo come offerta alla divinità, e predisposero una celebrazione.

18[modifica]

Apollo inviò loro anche un segno: due serpenti uscirono dal mare, provenienti da isole vicine, e divorarono i figli di Laocoonte.

19[modifica]

Quando fu notte e tutti dormivano, gli Elleni ritornarono da Tenedo, e Sinone fece i segnali di fuoco dal luogo della tomba di Achille. Elena intanto, avvicinatasi al cavallo, chiamava per nome i capitani elleni imitando la voce delle loro spose. Anticlo stava per rispondere, ma Odisseo gli chiuse la bocca.

20[modifica]

Quando ritennero che i nemici ormai fossero addormentati, aprirono il cavallo e uscirono con le armi in pugno. Il primo, Echione figlio di Porteo, cadde e si uccise, gli altri invece scesero con una corda, arrivarono alle mura, aprirono la porta e fecero entrare i loro compagni tornati da Tenedo.

21[modifica]

Attraversarono la città in armi, entrarono nelle case e uccisero i nemici nel sonno. Neottolemo uccise Priamo, che si era rifugiato presso l'altare di Zeus Erceo; Glauco, il figlio di Antenore, fu riconosciuto da Odisseo e Menelao mentre cercava di fuggire a casa, e fu salvato proprio dal loro intervento in armi. Enea prese sulle spalle il padre Anchise e fuggì, e gli Elleni lo lasciarono andare, perché conoscevano la sua devozione.

22[modifica]

Menelao uccise Deifobo e portò Elena alle navi; Demofoonte e Acamante, i figli di Teseo (giunti anch'essi a Troia in un secondo momento), portarono via Etra, la madre dell'eroe. Aiace il Locrese vide Cassandra abbracciata all'immagine di Atena, e la violentò: per questo, da allora, l'immagine ha gli occhi rivolti al cielo.

23[modifica]

Dopo aver ucciso i Troiani, diedero fuoco alla città e si divisero il bottino. Fecero un sacrificio a tutti gli Dèi, gettarono dalle mura il piccolo Astianatte, e sgozzarono Polissena sulla tomba di Achille. Agamennone prese Cassandra, Neottolemo Andromaca, e Odisseo Ecuba. Altri invece raccontano che Ecuba fu presa da Eleno, che la portò nel Chersoneso; Ecuba si trasformò in cagna ed Eleno la seppellì nel luogo che adesso si chiama «Tomba della Cagna». Laodice, la più bella delle figlie di Priamo, davanti agli occhi di tutti fu inghiottita da una voragine della terra. Quando poi, dopo aver saccheggiato la città, si preparavano a salpare da Troia, Calcante li trattenne, dicendo che Atena era infuriata con loro a causa dell'empio gesto di Aiace. Volevano dunque uccidere Aiace, ma questi si rifugiò presso l'altare, e venne risparmiato.